Consiglio di Stato sentenza n. 6126 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:6126SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha statuito che: 1. Gli interventi di nuova costruzione realizzati in assenza di titolo edilizio e in zona vincolata sotto il profilo paesaggistico e idrogeologico-ambientale, non possono essere sanati né qualificati come interventi di ristrutturazione o manutenzione straordinaria, in quanto incompatibili con la destinazione urbanistica e il regime vincolistico dell'area. Pertanto, l'amministrazione comunale è legittimata a ordinare la demolizione delle opere abusive, senza necessità di pronuncia dell'autorità preposta alla tutela del vincolo. 2. L'ordine di demolizione può riguardare l'intero intervento abusivo, senza necessità di una valutazione atomistica della sanabilità di ciascuna opera, essendo l'insieme delle opere realizzate in assenza di titolo edilizio che deve essere valutato dall'autorità procedente. 3. La sanzione pecuniaria prevista per l'inottemperanza all'ordine di demolizione è applicabile anche agli abusi edilizi realizzati prima della sua entrata in vigore, in quanto costituisce una sanzione per l'illecito permanente rappresentato dalla mancata esecuzione dell'ordine di demolizione, e non per la realizzazione dell'abuso in sé. L'amministrazione gode di discrezionalità tecnica nella determinazione della misura della sanzione, che non può ritenersi sproporzionata ove commisurata all'entità degli abusi e al contesto vincolistico dell'area. 4. L'omessa puntuale indicazione dell'area di sedime da acquisire al patrimonio comunale non rende illegittimo l'ordine di demolizione, trattandosi di un'irregolarità materiale facilmente sanabile in sede di esecuzione del provvedimento, che non inficia la legittimità della statuizione principale.

Sentenza completa

Pubblicato il 22/06/2023

N. 06126/2023REG.PROV.COLL.

N. 10516/2018 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Settima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 10516 del 2018, proposto da Antonio Mandara, rappresentato e difeso dagli avvocati Simona Corradino, Francesco Lanocita, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Comune di Positano, Responsabile Ufficio Tecnico Comune Positano, non costituiti in giudizio;
Ministero per i Beni e Le Attivita' Culturali, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;

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