Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22230 del 3 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:22230PEN

Massima

La sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 61, n. 2, c.p. (fine di eseguire o di occultare un altro reato) non richiede la consumazione del reato-fine, essendo sufficiente che l'agente abbia commesso il reato con tale scopo, anche se non sia riuscito a realizzarlo. Inoltre, la valutazione della gravità delle lesioni, ai sensi dell'art. 583, comma 1, n. 1, c.p., può fondarsi sulla riserva della prognosi da parte dei sanitari, senza che sia necessario attendere il suo scioglimento, trattandosi di un apprezzamento di fatto incensurabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 16/11/2007 TRIB. LIBERTA' di LECCE;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. COLONNESE ANDREA;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. Montagna Alfredo che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Il tribunale di Lecce con ordinanza 16.11.2007 - riqualificato il reato originariamente contestato a Ra. An. al capo a) della rubrica (tentato…

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