Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19056 del 9 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:19056PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La diffamazione commessa attraverso comunicazioni scritte, anche se inviate a terzi, integra il reato di cui all'art. 595 c.p. e la querela della persona offesa deve essere proposta entro i termini di decadenza previsti dalla legge, senza che gravi sull'imputato l'onere di provare la tardività della querela, essendo invece onere della persona offesa dimostrare la tempestività della stessa. Tuttavia, qualora la sentenza impugnata abbia adeguatamente motivato in ordine alla tempestività della querela, sulla base di elementi di fatto accertati, il relativo accertamento non è sindacabile in sede di legittimità, se non per vizi logici o contraddittorietà della motivazione. In tali casi, il ricorso per cassazione è inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) FR. GI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 06/06/2006 CORTE APPELLO di CAGLIARI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. SCALERA VITO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. Vito D'Ambrosio, che chiede l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per prescrizione del reato.

OSSERVA

Fr. …

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