Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45805 del 27 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:45805PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si differenzia dal reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con minaccia alla persona non tanto per la materialità del fatto, che può essere identica, quanto per l'elemento intenzionale. Nell'estorsione, l'agente mira a conseguire un ingiusto profitto con la coscienza che quanto pretende non gli è dovuto, mentre nell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni egli agisce al fine di esercitare un suo preteso diritto con la convinzione che quanto vuole gli compete. Tuttavia, quando la minaccia si estrinseca in forme di tale forza intimidatoria e di tale sistematica pervicacia che vanno al di là di ogni ragionevole intento di far valere un diritto, allora la coartazione dell'altrui volontà risulta finalizzata a conseguire un profitto che assume ex se i caratteri dell'ingiustizia. In determinate circostanze e situazioni, quindi, anche la minaccia dell'esercizio di un diritto, in sé non ingiusta, può diventare tale, se le modalità denotano soltanto una prava volontà ricattatoria, che fanno sfociare l'azione in mera condotta estorsiva. Pertanto, quando la minaccia è esercitata dal capo e dai luogotenenti di un pericoloso clan camorristico, le forme e le modalità dell'intimidazione determinano la coartazione della volontà della persona offesa, rendendo il profitto avuto di mira dagli indagati ingiusto e integrante il delitto di estorsione, anche qualora la pretesa avanzata fosse in sé legittima. La qualificazione dei fatti come esercizio arbitrario delle proprie ragioni aggravato dalla finalità dell'agevolazione mafiosa costituisce una contraddizione in sé, giacché la causale della mafiosità, di per sé, porta all'elisione della giustizia della pretesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di;

nei confronti di:

1) AL. GI. N. IL (OMESSO);

2) RO. GI. N. IL (OMESSO);

3) ER. SA. N. IL (OMESSO);

4) D'. GI. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 11/11/2008 del TRIB. LIBERTA' di NAPOLI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIZZUTI Giuseppe;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. GERACI Vincenzo (annullamento con rinvio);

Udito il dif. avv. Arico' Giovanni.

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