Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17237 del 23 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:17237PEN

Massima

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La pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione deve sussistere al momento della decisione, costituendo tale attualità un presupposto essenziale; pertanto, la mera appartenenza pregressa ad associazioni mafiose non è di per sé sufficiente a giustificare la perdurante pericolosità del soggetto, dovendo il giudice valutare con rigore gli elementi concreti e aggiornati che ne comprovino l'attuale inserimento negli ambienti criminali, senza poter desumere automaticamente tale pericolosità da fatti risalenti nel tempo, specie quando il soggetto abbia trascorso un congruo periodo di detenzione, nel qual caso è necessaria un'ancor più puntuale motivazione sulla persistenza degli indici di pericolosità, non potendosi presumere in modo assoluto e irrefragabile la loro permanenza. Il giudice, nel valutare l'attualità della pericolosità sociale, deve quindi tenere conto del decorso del tempo, della condotta successiva al periodo detentivo e di ogni altro elemento concreto che possa incidere sulla valutazione della persistenza o meno della pericolosità, senza poter fondare il proprio convincimento esclusivamente su circostanze remote nel tempo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) IO. SA. , N. IL (OMESSO);

avverso DECRETO del 06/03/2008 della CORTE APPELLO di CALTANISSETTA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. CORTESE ARTURO;

lette le conclusioni del P.G., che ha chiesto annullarsi con rinvio il decreto.

FATTO

Con il provvedimento di cui in epigrafe la Corte d'Appello di Caltanissetta confermava in sede di appello il decreto del 24.04.2004 con cui il Tribunale di Caltanissetta aveva rigetta…

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