La relata di notifica costituisce un atto pubblico, le cui attestazioni circa le attività svolte e le dichiarazioni ricevute dall'ufficiale notificante sono assistite da fede pubblica privilegiata ai sensi dell'art. 2700 c.c. Pertanto, la veridicità intrinseca delle dichiarazioni ricevute si presume, con l'onere per chi le contesta di provarne l'inesattezza, senza necessità di ricorrere alla querela di falso. Tuttavia, la contestazione può riguardare l'esistenza stessa di ciò che è stato attestato, come l'effettiva esibizione di una delega per il ritiro dell'atto notificato, senza incidere sulla veridicità intrinseca delle dichiarazioni. In tal caso, il giudice non può disattendere l'attestazione dell'ufficiale postale senza previo giudizio di falso, in quanto l'atto pubblico gode di fede privilegiata fino a querela di falso. La disciplina della notificazione degli atti giudiziari a mezzo posta è regolata dalla L. n. 890/1982, che prevede il ritiro da parte del destinatario o di un suo incaricato, la cui dichiarazione in tal senso deve essere attestata dall'ufficiale postale sull'avviso di ricevimento. Il riferimento al regolamento postale del 1973 è invece erroneo, in quanto tale normativa non è applicabile agli atti giudiziari, la cui notificazione è disciplinata in modo specifico dalla L. n. 890/1982.