Cassazione penale Sez. I sentenza n. 8566 del 3 marzo 2020

ECLI:IT:CASS:2020:8566PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice dell'esecuzione, nel procedimento di esecuzione penale, è tenuto a dichiarare inammissibile la richiesta che costituisca mera riproposizione di un'istanza già precedentemente rigettata, in applicazione del principio del divieto di bis in idem, che impone il rispetto della preclusione processuale derivante dal giudicato esecutivo. Tale preclusione opera anche quando la nuova istanza si fondi su elementi già valutati in precedenza, senza l'allegazione di nuovi fatti o circostanze idonei a giustificare una diversa decisione. Il giudice dell'esecuzione, pertanto, non è tenuto a riesaminare nel merito questioni già definitivamente decise, essendo sufficiente il riscontro della mera identità degli elementi posti a fondamento della nuova richiesta rispetto a quelli già valutati e rigettati in precedenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella - Presidente

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - rel. Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 10/06/2019 della CORTE ASSISE APPELLO di CATANIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere STEFANO APRILE;
lette le conclusioni del PG Giovanni DI LEO che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con il provvedimento impugnato, la Corte d'Assise d'appello di Catania, in funzione di giudice dell'esecuzione, ha dichiarato inammissibile l'istanza avanzata nell'…

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