Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26386 del 18 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:26386PEN

Massima

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L'uso di un'arma, anche apparente o giocattolo, integra l'aggravante della minaccia di cui all'articolo 612, comma 2, del codice penale, indipendentemente dalla legittimità o meno del porto dell'arma stessa. Il reato di minaccia aggravata dall'uso di un'arma è procedibile d'ufficio, pertanto la valutazione della sussistenza dell'aggravante non può essere preclusa dalla presenza nel fascicolo di una querela e della sua remissione, in quanto tali atti sono inutilizzabili ai fini del procedimento. Il giudice, prima di pronunciare il proscioglimento per estinzione del reato a seguito di remissione di querela, deve verificare la sussistenza dell'aggravante contestata e, ove ritenuta fondata, procedere al giudizio di merito, non potendo dichiarare l'improcedibilità dell'azione penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI MATERA;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 5106/2012 TRIB. SEZ. DIST. di PISTICCI, del 20/04/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/01/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE BERNARDIS SILVANA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GALLI Massimo che ha concluso per l'inammissibilita'…

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