Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20419 del 13 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:20419PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale, quando accompagnato da lesioni personali, integra un'ipotesi di concorso formale di reati, con conseguente applicazione dell'aggravante di cui all'art. 61, n. 2, c.p., a prescindere dalla prova dell'intenzionalità di procurare le lesioni, essendo sufficiente il nesso teleologico tra la condotta di resistenza e l'evento lesivo, accertato in base alle risultanze probatorie. La pena inflitta, adeguatamente motivata in relazione alle condizioni oggettive e soggettive del fatto, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non è censurabile in sede di legittimità, salvo i casi di manifesta illogicità o irragionevolezza. La responsabilità dell'imputato è comprovata dalla documentazione probatoria, senza che assumano rilievo mere censure di fatto, non idonee a inficiare la valutazione complessiva operata dal giudice di appello, la cui motivazione risulta congrua e immune da vizi logici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. SERPICO Francesc - rel. Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4861/2008 CORTE APPELLO di ROMA, del 24/03/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/04/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO SERPICO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. A. P. VIOLA che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

Sull'appello proposto da (OMISSIS) a…

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