La sussistenza dell'attenuante del danno di speciale tenuità nel delitto di rapina non dipende esclusivamente dal modesto valore economico del bene sottratto, ma richiede altresì la valutazione degli effetti dannosi connessi alla lesione della libertà e dell'integrità fisica e morale della persona aggredita per la realizzazione del profitto, attesa la natura plurioffensiva del reato, che lede non solo il patrimonio, ma anche la persona. Pertanto, il giudice, nel valutare la configurabilità di tale circostanza attenuante, deve considerare non solo il valore del bene sottratto, ma anche l'entità della violenza o della minaccia esercitata ai fini della consumazione del reato, in quanto la tutela del patrimonio non può prevalere sulla tutela della persona offesa. La valutazione complessiva di tali elementi, alla luce della giurisprudenza consolidata, consente di determinare se il danno arrecato possa effettivamente qualificarsi come di speciale tenuità, ai fini dell'applicazione della relativa attenuante prevista dall'art. 648, comma 2, c.p.