Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La realizzazione di opere edilizie, anche se qualificate come pertinenze o accessori di un immobile principale, è soggetta all'obbligo di munirsi del previo titolo abilitativo (permesso di costruire o altro titolo equivalente) ove le dimensioni e la configurazione delle stesse siano tali da determinare una visibile alterazione dell'edificio o delle sue parti. Tale obbligo sussiste sin dal 1935 nel territorio del Comune di Napoli in virtù del regolamento edilizio comunale adottato in quell'anno. Pertanto, l'ordine di demolizione di opere edilizie abusive, quali una tettoia di dimensioni rilevanti (circa 60 mq) e un manufatto in muratura realizzato senza il prescritto titolo, è legittimo e conforme alla normativa urbanistica, non potendo essere escluso sulla base della mera qualificazione di tali opere come pertinenze o accessori dell'immobile principale. L'avvenuta presentazione di una domanda di accertamento di conformità, peraltro respinta, non incide sulla legittimità dell'ordine di demolizione, potendo al più condizionarne l'esecuzione. La sentenza penale di proscioglimento per prescrizione non esclude la sussistenza dell'abuso edilizio, accertata in sede giurisdizionale.