Il decreto della Corte d'appello che respinge il reclamo avverso il rigetto dell'istanza di dichiarazione di insolvenza di un'impresa soggetta a liquidazione coatta amministrativa non è ricorribile per cassazione, in quanto tale provvedimento non ha natura definitiva né decisoria su diritti soggettivi, essendo la richiesta di accertamento dello stato di insolvenza riproponibile. Infatti, il decreto di rigetto del reclamo, emesso ai sensi del combinato disposto degli artt. 195 e 22 della legge fallimentare, non incide sul diritto del creditore di ottenere la dichiarazione di insolvenza del proprio debitore, ma si limita a verificare la sussistenza dei presupposti per l'avvio della procedura concorsuale, senza precludere la possibilità di riproporre successivamente la medesima istanza. Pertanto, tale provvedimento non è idoneo al giudicato e, di conseguenza, non è impugnabile con ricorso straordinario per cassazione, in conformità con l'orientamento giurisprudenziale consolidato della Corte di Cassazione.