La convenzione per l'assegnazione di un lotto all'interno di un Piano di Insediamenti Produttivi (P.I.P.) comunale costituisce un rapporto di diritto pubblico, caratterizzato da poteri autoritativi e funzionalizzato al perseguimento di interessi collettivi. L'impresa assegnataria non può recedere unilateralmente dalla convenzione, salvo che il corrispettivo per l'assegnazione superi di oltre il 30% l'importo previsto dal bando, ipotesi in cui è riconosciuta la facoltà di recesso, senza corresponsione di interessi sulle somme già versate, ma subordinatamente all'effettiva riassegnazione del lotto ad altra impresa. La restituzione degli acconti versati dall'impresa recedente è, pertanto, condizionata al subentro di un nuovo assegnatario, costituendo tale condizione espressione di poteri di auto-organizzazione della pubblica amministrazione, non derogabile in via unilaterale. L'ente locale, nell'attuazione del P.I.P., agisce in nome e per conto del Comune, sicché l'Agenzia per lo sviluppo, quale sua mandataria, è legittimata passivamente a rispondere delle obbligazioni derivanti dalla convenzione di assegnazione.