Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33324 del 8 settembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:33324PEN

Massima

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Il reato di estorsione sussiste anche quando la richiesta di denaro o altra utilità al derubato per la restituzione della refurtiva è preceduta dall'iniziativa della vittima, in quanto la minaccia implicita della perdita definitiva della cosa rubata integra comunque gli estremi della condotta estorsiva. La valutazione degli elementi di fatto, come la personalità dell'imputato, la gravità del fatto e i precedenti penali, rientra nell'ambito del giudizio di merito, insindacabile in sede di legittimità, purché sorretta da motivazione logica e coerente. L'inosservanza delle disposizioni sull'esame di persona indagata o imputata in un procedimento connesso, di cui all'art. 210 c.p.p., determina una nullità a regime intermedio, che non comporta l'inutilizzabilità delle dichiarazioni nel procedimento principale e non può essere eccepita dall'imputato dello stesso procedimento per assenza di interesse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. VI. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1663/1999 CORTE APPELLO di BARI, del 24/11/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/06/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNI DIOTALLEVI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. ((omissis)) di Lucera che insis…

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