Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25858 del 22 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:25858PEN

Massima

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Il giustificato motivo di cui all'art. 4, comma 2, della L. n. 110 del 1975 ricorre quando le esigenze dell'agente siano corrispondenti a regole relazionali lecite rapportate alla natura dell'oggetto, alle modalità di verificazione del fatto, alle condizioni soggettive del portatore, ai luoghi dell'accadimento e alla normale funzione dell'oggetto. Il giudice di merito è tenuto a compiere una esaustiva verifica al fine di escludere la ricorrenza del dato in questione, posto che l'assenza di giustificato motivo risulta essere prevista come elemento di tipicità del fatto di reato, punibile solo lì dove risulti ingiustificato il porto. Il dubbio circa l'esistenza del giustificato motivo non può che giovare all'imputato, risolvendosi in un dubbio sulla integrazione del fatto tipico descritto dal legislatore come punibile. Pertanto, il giudice di merito non può apoditticamente affermare l'insussistenza del giustificato motivo senza adeguatamente valutare le eventuali giustificazioni addotte dall'imputato e le prove testimoniali a suo favore. Inoltre, in applicazione del principio di retroattività della legge penale più favorevole, il giudice deve applicare la pena prevista al momento della commissione del fatto, e non quella successivamente introdotta con modifica peggiorativa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LA POSTA Lucia - Presidente

Dott. CASA Filippo - rel. Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 200060/2012 TRIBUNALE di VARESE, del 17/02/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/02/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FILIPPO CASA;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza emessa in data 17.2.2014, il Tribunale di Varese in composizione monocratica condannava (OMISSIS), previa …

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