Il proprietario di un bene immobile espropriato per pubblica utilità ha diritto alla retrocessione parziale del bene qualora, a seguito della realizzazione dell'opera pubblica, una parte del terreno espropriato non sia stata utilizzata. Tale diritto sorge in capo al proprietario in virtù dell'art. 60 della legge n. 2359 del 1865, vigente all'epoca dei fatti, il quale prevede che i beni espropriati e non utilizzati per la realizzazione dell'opera pubblica debbano essere retrocessi al precedente proprietario. La posizione giuridica del privato in tale ipotesi è qualificabile come interesse legittimo, in quanto il diritto alla retrocessione parziale nasce solo ed in quanto l'Amministrazione, con valutazione discrezionale, abbia dichiarato che quei fondi non servono più all'opera pubblica. Pertanto, il proprietario può agire in giudizio per ottenere la condanna dell'Amministrazione a provvedere alla retrocessione delle aree non utilizzate, alle condizioni accettate dal proprietario stesso. La mancata adozione del provvedimento di retrocessione da parte dell'Amministrazione, nonostante il suo obbligo di provvedere, legittima il proprietario a proporre ricorso al giudice amministrativo per ottenere la condanna dell'Amministrazione all'esecuzione del provvedimento di retrocessione.