Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8490 del 22 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:8490PEN

Massima

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Il delitto di ingiuria, di cui all'art. 594 c.p., non è più previsto come reato a seguito dell'abrogazione operata dal D.Lgs. n. 7 del 2016. Di conseguenza, la pronuncia di condanna penale per tale fattispecie comporta l'annullamento senza rinvio della sentenza, venendo meno le condizioni per la proponibilità dell'azione civile avanti il giudice penale. Il principio di diritto che emerge è che l'abrogazione di una fattispecie penale incide sulla possibilità di pronunciare una condanna e determina la caducazione delle statuizioni civili accessorie, in quanto fondate su un reato non più esistente nell'ordinamento giuridico. Tale principio si applica in modo uniforme a tutti i casi analoghi, indipendentemente dalle specifiche circostanze del fatto concreto oggetto di giudizio, essendo volto a garantire la coerenza e l'uniformità dell'applicazione della legge penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. GORJAN Sergio - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/11/2015 del TRIBUNALE di VASTO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/02/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dr. SERGIO GORJAN;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Corasaniti Giuseppe che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per abrogazione del reato.
RITENUTO IN FATTO
Il Tribunale di Vasto, quale Giudice d…

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