Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11931 del 14 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:11931PEN

Massima

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Il pericolo concreto di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, può essere desunto dalle modalità e dalla gravità del fatto, in quanto elementi sintomatici della pericolosità sociale dell'indagato, secondo un orientamento giurisprudenziale consolidato. Pertanto, il giudice può valutare, oltre alla tipologia del reato, le circostanze concrete del fatto, le modalità esecutive e la determinazione dell'agente, al fine di accertare il pericolo di recidiva e la necessità di una misura cautelare, senza che ciò integri un vizio di motivazione. La valutazione negativa della personalità dell'indagato può fondarsi su criteri oggettivi e dettagliati, come quelli indicati dall'art. 133 c.p., tra i quali rientrano le modalità e la gravità del fatto-reato, in quanto elementi significativi per valutare la pericolosità sociale del soggetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Libero - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2432/2012 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 10/08/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;

sentite le conclusioni del PG Dott. GAETA Pietro, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Ricorre per cassazione (OMISSIS) avverso l'ordinanza del tribunale del riesame di Roma che, in data 10.8.2012, ha confermato l'ordinanz…

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