Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 12787 del 2022

ECLI:IT:TARLAZ:2022:12787SENT

Massima

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I Piani di Massima Occupabilità (PMO) costituiscono una peculiare species di atti amministrativi pianificatori, in quanto producono effetti immediati nei confronti di specifici destinatari individuati nei Piani medesimi, assumendo pertanto natura provvedimentale. Nonostante la loro finalità generale di pianificazione e tutela di interessi pubblici relativi alla circolazione, igiene, sicurezza, estetica, ambiente e patrimonio culturale, i PMO sono approvati effettuando una puntuale ricognizione delle attività commerciali già operanti nei siti da pianificare, identificate per il tramite dei numeri civici, e delle occupazioni eventualmente già concesse, rispetto alle quali, in alcuni casi, sono state apportate modifiche direttamente in sede di approvazione della scheda di PMO. La normativa adottata in materia da Roma Capitale prevede un'apposita disciplina per la revisione dei PMO, stabilendo che il rilascio di concessioni agli esercenti la somministrazione può essere subordinato alle prescrizioni di appositi PMO e prevedendo espressamente la possibilità di revisione, al ricorrere di determinati presupposti, su istanza di Associazioni o anche di singoli interessati. Tale peculiare natura mista dei PMO, confermata dalla relativa disciplina regolamentare, consente l'attivazione del rimedio processuale dell'azione avverso il silenzio, in quanto trattasi della definizione di un'istanza di revisione di PMO, che non solo è appositamente normata sotto il profilo procedimentale, a tutela degli interessi concreti dei singoli, ma nella fattispecie è a maggior ragione doverosa, considerato che l'atto di cui si chiede l'adozione è destinato a produrre effetti specificamente nei confronti del richiedente. Pertanto, l'approvazione delle schede di PMO, anche in sede di revisione, è di competenza della Giunta Capitolina, in quanto unico organo apicale in grado di esprimere il dovuto e giusto contemperamento delle diverse e contrapposte istanze pubbliche e private, potendo anche fornire specifiche direttive ovvero motivatamente discostarsi dalle risultanze dell'istruttoria svolta e dai pareri delle Strutture interne. Ne consegue che, perdurando l'inerzia dell'Amministrazione nel concludere il procedimento avviato su istanza del privato, il giudice amministrativo è tenuto ad accogliere il ricorso, dichiarando l'illegittimità del silenzio serbato e ordinando all'Amministrazione di provvedere entro un termine prestabilito, con nomina di un commissario ad acta in caso di persistente inottemperanza.

Sentenza completa

Pubblicato il 10/10/2022

N. 12787/2022 REG.PROV.COLL.

N. 06261/2022 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Ter)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 6261 del 2022, proposto da
Antico Romagnolo S.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Roma, largo Generale Gonzaga del Vodice 4;

contro

Roma Capitale, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

per l'accertamento dell’illegittimità del silenzio serbato da Roma Capitale rispetto all'istanza di …

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