Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12657 del 27 marzo 2024

ECLI:IT:CASS:2024:12657PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, può essere desunto non solo dalla gravità del titolo di reato, ma anche dalla concreta modalità di commissione del fatto e dalle circostanze che lo connotano, in quanto tali elementi costituiscono concreti indici di valutazione imprescindibili per effettuare una prognosi di probabile ricaduta del soggetto nella commissione di ulteriori reati. Pertanto, il giudice può ritenere sussistente il pericolo di reiterazione del reato, e quindi applicare una misura cautelare, anche in presenza di una condotta decettiva di particolare gravità e complessità, nonché del coinvolgimento dell'indagato in più episodi delittuosi, i quali rendono la sua condotta non occasionale e lasciano presumere, con elevato grado di probabilità, che egli possa tornare a delinquere in assenza di un adeguato presidio cautelare, a prescindere dall'esistenza di precedenti penali specifici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta da:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Relatore

Dott. NICASTRO Giuseppe - Consigliere

Dott. MINUTILLO TURTUR Marzia - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Da.An. nato a S il (Omissis)
avverso l'ordinanza del 14/12/2023 del TRIB. LIBERTA' di SALERNO
udita la relazione svolta dal Consigliere GIOVANNI ARIOLLI;
lette le conclusioni per l'inammissibilità del ricorso del Pubblico ministero, nella persona del sostituto procuratore generale ETTORE PEDICINI
Ricorso trattato con contraddittorio scritto ai sensi dell'art. 23, comma 8, D.L. n. 137/20 e s.m.i.
RITENUTO IN FATTO E CONDIDERATO IN DIRITTO
1. Da.An., a mezzo del difensore di fiducia, ricorre avverso l'ordinanza del…

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