Il verbale di accertamento redatto da pubblici ufficiali in ordine a fatti avvenuti sotto la loro diretta percezione gode di efficacia probatoria privilegiata, che può essere superata solo mediante querela di falso, mentre nel giudizio di opposizione all'ordinanza-ingiunzione è ammessa la contestazione e la prova unicamente delle circostanze di fatto della violazione che non sono attestate nel verbale come avvenute alla presenza del pubblico ufficiale o rispetto alle quali l'atto non è suscettibile di fede privilegiata per una sua irrisolvibile contraddittorietà oggettiva. L'amministrazione è tenuta a notificare la contestazione della violazione all'interessato, la quale deve contenere gli estremi della violazione accertata e le facoltà difensive riconosciute al destinatario, che può presentare scritti difensivi o chiedere di essere sentito entro 30 giorni dalla notifica, senza che sia necessario attendere la notifica dell'ordinanza-ingiunzione. Il giudice, nel giudizio di opposizione, deve limitarsi a verificare la legittimità dell'operato dell'amministrazione, senza poter sindacare la fondatezza delle contestazioni, salvo che non emerga una irrisolvibile contraddittorietà oggettiva del verbale di accertamento.