Gli alloggi di servizio realizzati con finanziamenti statali ai sensi delle leggi n. 52/1976 e n. 730/1983, e assegnati in locazione semplice al personale civile e militare della pubblica sicurezza, dell'Arma dei carabinieri, del Corpo della guardia di finanza, del Corpo degli agenti di custodia e del Corpo forestale dello Stato in attività di servizio, mantengono la loro natura di "alloggi di servizio" anche dopo il collocamento a riposo degli assegnatari, in quanto la loro assegnazione è condizionata dalla prestazione di un servizio determinato presso gli uffici del luogo in cui si trova l'immobile. Pertanto, il Comune può legittimamente revocare l'assegnazione di tali alloggi ai dipendenti pubblici collocati a riposo, in quanto è venuto meno il presupposto dell'esigenza di servizio che giustifica l'assegnazione. La qualificazione di tali alloggi come "edilizia residenziale pubblica" ai sensi dell'art. 1, comma 1, della legge n. 560/1993 non incide sulla loro natura di "alloggi di servizio", in quanto tale previsione opera solo ai fini della disciplina della loro alienazione, senza modificare il vincolo di destinazione e le modalità di assegnazione e revoca. Inoltre, il lungo lasso di tempo trascorso dall'assegnazione e il legittimo affidamento ingenerato negli assegnatari non possono prevalere sulla natura giuridica degli alloggi e sull'obbligo del Comune di dare esecuzione alla graduatoria del 2003, come stabilito dal giudice amministrativo.