Cassazione penale Sez. II sentenza n. 57396 del 19 dicembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:57396PEN

Massima

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Il delitto di tentata estorsione si configura quando l'agente, pur vantando una pretesa creditoria, formula una richiesta di danaro in modo tale da prospettare un male ingiusto capace di coartare la libertà morale della vittima, in assenza di una credibilità oggettiva della pretesa fatta valere. Ciò si verifica quando la richiesta risulti manifestamente esorbitante e pretestuosa rispetto alla situazione concreta, non essendo sufficiente la mera contestazione della pretesa per integrare il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Inoltre, la capacità intimidatoria della condotta, anche in caso di detenzione dell'agente, può essere desunta dal tenore complessivo della comunicazione, in particolare dalla formulazione di minacce esplicite di gravi conseguenze in caso di mancata corresponsione della somma richiesta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domeni - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. DE SANTIS A - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittor - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS);
avverso la sentenza resa in data 26/07/2017 dalla Corte d'Appello di Bologna;
Visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
Udita nell'udienza pubblica del 28/11/2018 la relazione fatta dal Consigliere Dott.ssa DE SANTIS ((omissis));
Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dott. MOLINO Pietro, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
Udito il difensore, Avv. (OMISSIS) in sostituzione dell'Avv. (OMISS…

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