Cassazione penale Sez. I sentenza n. 3491 del 27 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:3491PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel valutare l'applicabilità dell'istituto della continuazione ai sensi dell'art. 671 c.p.p. in relazione a più reati separatamente giudicati con sentenze irrevocabili, deve procedere a un'approfondita e completa disamina degli indici rivelatori dell'identità del disegno criminoso, quali la distanza cronologica tra i fatti, le modalità della condotta, la tipologia dei reati, il bene protetto, l'omogeneità delle violazioni, la causale, le condizioni di tempo e di luogo. Tali elementi devono essere adeguatamente esaminati e motivati, anche tenendo conto di eventuali precedenti riconoscimenti della continuazione in sede di cognizione, in quanto la possibilità di applicazione della disciplina della continuazione in sede esecutiva ha carattere sussidiario e suppletivo rispetto alla sede di cognizione, stante il carattere più completo dell'accertamento e la mancanza dei limiti imposti dall'art. 671 c.p.p. L'omessa o insufficiente motivazione su tali aspetti determina l'annullamento del provvedimento con rinvio per nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. GI. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 82/2009 CORTE APPELLO di TORINO, del 29/04/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAVALLO Aldo;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. LO VOI Francesco, che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.

CONSIDERATO IN FATTO

- Che la Corte di Appello di Torino, pronunciando in funzione di giudice dell'esecuzione, con l'ordinanza indicata in epigraf…

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