Cassazione penale Sez. I sentenza n. 23695 del 13 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:23695PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare della custodia in carcere può essere legittimamente applicato nei confronti di un soggetto indagato per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, qualora sussistano gravi indizi di colpevolezza a suo carico, desumibili dalle dichiarazioni rese da altri soggetti coinvolti nel medesimo reato. Tuttavia, il venir meno dell'interesse del ricorrente a coltivare il ricorso, a seguito della sua scarcerazione e sottoposizione ad obblighi, determina la sopravvenuta carenza di interesse e, conseguentemente, l'inammissibilità del ricorso proposto avverso il provvedimento cautelare. Il principio di diritto che emerge è che il provvedimento cautelare della custodia in carcere, pur legittimamente adottato sulla base di gravi indizi di colpevolezza, può essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente, qualora questi sia stato successivamente scarcerato e sottoposto ad obblighi, venendo meno così il suo interesse a coltivare il ricorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. MA. - (RINUNCIANTE) N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 310/2010 TRIB. LIBERTA' di POTENZA, del 30/11/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. MONTAGNA Alfredo che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso per intervenuta.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 30 novembre 2010, il Tribunale del riesame di …

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