Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31859 del 4 agosto 2009

ECLI:IT:CASS:2009:31859PEN

Massima

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Il sequestro di persona a scopo di estorsione, ai sensi dell'art. 630 c.p., sussiste anche quando il fine perseguito dall'agente non sia quello di conseguire un ingiusto profitto, ma sia direttamente collegato a una preesistente causa, ancorché illecita, relativa a una pretesa creditoria. Il giudice penale non può riconoscere l'attenuante di cui all'art. 62, n. 4, c.p. sulla base di un preteso "prezzario" vigente nel mondo del crimine, in base al quale il danno causato alle vittime sarebbe di lieve entità, in quanto ciò porrebbe la doglianza al di fuori dell'area del sindacato del giudice penale. La valutazione della credibilità oggettiva e soggettiva delle persone offese non può essere omessa, ma deve essere adeguatamente motivata dal giudice di merito, il quale è tenuto a verificare la coerenza e attendibilità delle loro dichiarazioni, senza poter fondare la condanna esclusivamente su di esse. Tuttavia, l'assenza di una pregressa relazione tra l'imputato e le vittime non esclude la configurabilità del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, qualora risulti provato il fine di conseguire un ingiusto profitto mediante la privazione della libertà personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) SA. MA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 13/06/2008 della CORTE APPELLO di MILANO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. BEVERE Antonio;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SALZANO Francesco che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. ANDRENELLI Adriano.

FATTO E DIRITTO

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