Il giudice dell'udienza preliminare può pronunciare sentenza di non luogo a procedere quando gli elementi acquisiti non consentono di ritenere probabile una pronuncia di condanna all'esito del dibattimento, in quanto manifestamente insufficienti o contraddittori, senza che tale insufficienza o contraddittorietà possa essere ragionevolmente superata nel corso del giudizio. Tale decisione, di natura meramente processuale, non preclude definitivamente l'azione penale, la quale può essere riattivata nei termini previsti dalla legge, e non produce effetti vincolanti nei confronti della parte privata. Pertanto, la sentenza di non luogo a procedere è legittima quando l'istruttoria preliminare abbia evidenziato l'assoluta mancanza di elementi idonei a sostenere l'accusa in dibattimento, in modo tale da rendere il processo manifestamente superfluo e privo di ragionevoli prospettive di esito positivo per l'accusa. In tali casi, il giudice non è tenuto a motivare ulteriormente sulla mancanza di elementi sufficienti, essendo tale valutazione già implicita nella decisione di non luogo a procedere adottata ai sensi dell'art. 425 c.p.p.