Cassazione penale Sez. II sentenza n. 28022 del 8 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:28022PEN

Massima

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Il vizio totale o parziale di mente, ai fini dell'imputabilità, deve essere valutato in relazione alla consistenza, intensità e gravità del disturbo mentale, tale da incidere concretamente sulla capacità di intendere o di volere, escludendola o scemandola grandemente, e a condizione che sussista un nesso eziologico con la specifica condotta criminosa, per effetto del quale il fatto di reato sia ritenuto causalmente determinato dal disturbo mentale. La valutazione della capacità di intendere e di volere non può essere effettuata sulla base di una consulenza tecnica d'ufficio svolta in un diverso procedimento e in un momento temporale significativamente distante dai fatti, senza considerare l'evoluzione della patologia psichiatrica nel tempo. Il giudice è tenuto a procedere ad una nuova valutazione delle risultanze probatorie, eventualmente disponendo ulteriori accertamenti, al fine di verificare la sussistenza del nesso di causalità tra il disturbo mentale e la condotta criminosa contestata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO ((omissis)) - Presidente

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. PA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 30/05/2006 GIUDICE DI PACE di MELITO DI PORTO SALVO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARMENINI ((omissis))RO.

OSSERVA

Con sentenza del 30.5.2006 il giudice di pace di ((omissis)) ha condannato DE. Pa. alla pena come in atti per il reato di danneggiamento continuato.

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