Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40101 del 7 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:40101PEN

Massima

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Il coinvolgimento di un soggetto nelle attività di un gruppo mafioso, dedito a condotte estorsive in un determinato territorio, costituisce valido elemento indiziario per l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, anche in assenza di una confessione piena e incondizionata da parte dell'indagato. Il giudice può legittimamente scindere il contenuto delle dichiarazioni rese dall'indagato, valorizzando quelle autoaccusatorie e disattendendo quelle in cui egli accusa terzi, ove tale distinzione risulti congruamente motivata. L'attualità delle esigenze cautelari è presunta per i reati di cui all'art. 416-bis c.p., in virtù del disposto dell'art. 275, comma 3, c.p.p., sicché il giudizio di pericolosità sociale e la valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari non sono suscettibili di censura in sede di legittimità, salvo che non risultino viziati da manifesta illogicità o violazione di specifiche norme di legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. RO. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1939/2010 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 25/11/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

sentite le conclusioni del PG Dott. D'((omissis)) che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E DIRITTO

Con ordinanza in data 25-11-2010 il Tribunale di Catania - Sez. Riesame confermava l'ordin…

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