Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10757 del 13 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:10757PEN

Massima

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Il divieto di reformatio in peius, quale principio di diritto fondamentale, impone al giudice di non aggravare la posizione dell'imputato in sede di nuovo giudizio disposto a seguito di annullamento della precedente pronuncia, sia con riferimento all'entità complessiva della pena, sia con riguardo ai singoli elementi autonomi che concorrono alla sua determinazione, quali gli aumenti e le diminuzioni per le circostanze e l'aumento per il riconoscimento del vincolo della continuazione. Tale divieto trova applicazione anche nel caso in cui, mutando la struttura del reato continuato, il giudice apporti per uno dei fatti unificati dall'identità del disegno criminoso un aumento maggiore rispetto a quello ritenuto dal primo giudice, purché non venga irrogata una pena complessivamente più grave. Pertanto, il giudice di rinvio è tenuto a rideterminare il trattamento sanzionatorio in coerenza con il principio di diritto enunciato, senza poter aumentare l'entità dell'aumento per la continuazione rispetto a quanto già stabilito in precedenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2921/2010 CORTE APPELLO di BARI, del 04/02/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/01/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SANDRA RECCHIONE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio.

udito il difensore avv. (OMISSIS) che chiede l'annullamento della sentenza impugnata.

RIT…

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