Cassazione penale Sez. III sentenza n. 15957 del 27 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:15957PEN

Massima

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Il reato di pornografia minorile si configura quando l'agente, sfruttando la posizione di supremazia e di autorità nei confronti del minore, lo induce o lo costringe a compiere atti sessuali o a produrre materiale pedopornografico, anche attraverso l'utilizzo di minacce o inganni, al fine di soddisfare i propri desideri sessuali o di conseguire altre utilità, strumentalizzando il minore e violandone la libertà e la dignità sessuale. Ciò anche qualora il minore abbia prestato il proprio consenso, in quanto tale consenso è invalido per la posizione di supremazia dell'agente. La condotta di produzione di materiale pedopornografico è punita più gravemente rispetto alla semplice detenzione o procacciamento dello stesso, in quanto implica una più intensa forma di sfruttamento e di abuso del minore. Ai fini del riconoscimento dell'attenuante del fatto di minore gravità, occorre una valutazione complessiva della condotta, tenendo conto dei mezzi utilizzati, delle modalità esecutive, del grado di coartazione della vittima e delle sue condizioni fisiche e psicologiche, anche in relazione all'età; il diniego dell'attenuante è invece giustificato dalla presenza anche di un solo elemento di conclamata gravità. Il giudice, nel motivare il diniego delle circostanze attenuanti generiche, non è tenuto a esaminare tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti, essendo sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti ai fini della valutazione negativa della personalità dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - rel. Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/09/2019 della Corte di appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo la declaratoria del ricorso;
udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento di tutti i motivi del ricorso.

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