Cassazione penale Sez. III sentenza n. 23805 del 29 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:23805PEN

Massima

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La coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, anche se finalizzata all'uso personale, integra il reato di cui all'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990, in quanto condotta penalmente rilevante in ragione del pericolo che essa rappresenta per la salute pubblica, la sicurezza e l'ordine pubblico, nonché per la salvaguardia delle giovani generazioni. Il giudice è tenuto a verificare in concreto l'offensività della condotta, valutando l'idoneità della sostanza ricavata a produrre un effetto drogante rilevabile, senza che rilevi la destinazione del prodotto all'uso esclusivamente personale. La coltivazione, infatti, contribuisce all'accrescimento della quantità di stupefacente esistente e presenta la peculiarità di dar luogo a un processo produttivo astrattamente idoneo ad "autoalimentarsi" attraverso la riproduzione dei vegetali, ragion per cui è meritevole di un trattamento sanzionatorio diverso e di maggiore consistenza rispetto alla mera detenzione. Pertanto, la condotta di coltivazione non autorizzata di piante da cui sono estraibili sostanze stupefacenti integra il reato di cui all'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990, a prescindere dalla destinazione del prodotto all'uso personale, salva la verifica in concreto della sua offensività.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IZZO Fausto - Presidente

Dott. RAMACCI Luca - rel. Consigliere

Dott. SEMERARO Luca - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. NOVIELLO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/01/2018 della CORTE APPELLO di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. LUCA RAMACCI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. ROMANO GIULIO, che conclude per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di Appello di Lecce, con sentenza del 17 gennaio 2018 ha riformato la decisione del Tribunale di quella citta' in data 12 giugno 2014…

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