Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16255 del 9 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:16255PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso un provvedimento cautelare, deve verificare la sussistenza dell'interesse concreto ed attuale dell'indagato a ottenere una pronuncia sulla legittimità della misura, anche nel caso in cui questa sia stata revocata o sia divenuta inefficace nelle more del procedimento. Tale interesse non può essere presunto, ma deve essere specificamente dedotto e motivato dall'interessato, al fine di evidenziare il pregiudizio che deriverebbe dal mancato conseguimento di una pronuncia favorevole, idonea a consentire il riconoscimento della riparazione per ingiusta detenzione. In assenza di tale deduzione, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. CARCANO Domenic - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CAPOZZI A. - rel. Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA' Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 3796/2012 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 21/12/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;

sentite le conclusioni del PG Dott. D'ANGELO D. che ha chiesto il rigetto del ricorso.

CONSIDERATO IN FATTO E RITENUTO IN DIRITTO

1. Con ordinanza del 2.12.2012 il Tribunale del riesame di Roma - a seguito di ricorso degli indagati - confermava la ordinanza di custodia c…

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