Il sequestro di persona a scopo di estorsione di cui all'art. 630 c.p. si configura quando la privazione della libertà personale è finalizzata al conseguimento di un profitto ingiusto, anche sotto forma di prezzo per la liberazione dell'ostaggio. Tale fattispecie si distingue dal concorso di reati di sequestro di persona e di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone (artt. 605 e 393 c.p.) in quanto, nel primo caso, l'ingiustizia del profitto perseguito esclude la configurabilità di una pretesa azionabile in sede giudiziaria, mentre nel secondo caso il fine del sequestro è quello di far valere una pretesa, pur se con modalità non consentite dalla legge. Pertanto, integra il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione la condotta di chi, privando taluno della libertà personale, pretende il pagamento di una somma di denaro eccedente il credito, anche se azionabile in sede giudiziaria, vantato nei confronti della vittima o di soggetti ad essa estranei, non potendo in tal caso ravvisarsi l'esercizio arbitrario delle proprie ragioni. L'ingiustizia del profitto perseguito sussiste sia quando il vantaggio ricercato coincide con il prezzo della liberazione, sia quando deriva da un pregresso rapporto illecito tra l'agente e la vittima. Ai fini della configurabilità del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, è irrilevante che la pretesa pecuniaria sia stata avanzata in modo estemporaneo e non reiterato, essendo sufficiente che la privazione della libertà personale sia stata finalizzata al conseguimento di un profitto ingiusto. Inoltre, la circostanza che il sequestro sia stato posto in essere nei confronti di soggetti estranei al rapporto economico sottostante non esclude la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, atteso che l'ingiustizia del profitto perseguito può derivare anche dalla circostanza che la pretesa sia stata avanzata nei confronti di terzi non tenuti all'adempimento. Infine, ai fini della configurabilità del reato di rapina, è sufficiente che il prelievo di denaro dalla vittima sia avvenuto in conseguenza della privazione della libertà personale e dell'azione intimidatoria esercitata nei suoi confronti, a prescindere dalla volontarietà del comportamento della persona offesa.