Il giudice amministrativo, nell'esaminare un ricorso per l'esecuzione di un giudicato formatosi su una precedente sentenza, dichiara il ricorso improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse qualora il ricorrente abbia dichiarato che l'amministrazione resistente ha adempiuto, ancorché successivamente alla proposizione del ricorso. In tale ipotesi, il giudice, pur rilevando l'assenza di documentazione circa il pagamento, compensa parzialmente le spese di giudizio, ponendo a carico dell'amministrazione resistente i due terzi delle stesse, in considerazione del fatto che essa ha comunque adempiuto, seppur tardivamente, all'obbligo derivante dal giudicato. La massima esprime il principio per cui, nel giudizio di ottemperanza, il ricorso deve essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse qualora il ricorrente dichiari l'avvenuto adempimento da parte dell'amministrazione, ancorché successivo alla proposizione del ricorso. In tale caso, il giudice, pur non disponendo di prova documentale dell'adempimento, compensa parzialmente le spese di giudizio, ponendo a carico dell'amministrazione la maggior parte di esse, in ragione del suo successivo adempimento all'obbligo derivante dal giudicato. La massima riflette i principi di economia processuale, ragionevole durata del processo e soccombenza virtuale, che informano il giudizio di ottemperanza.