Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La disciplina transitoria della prescrizione dei reati, introdotta dalla legge n. 251 del 2005, continua ad applicarsi ai giudizi pendenti in appello e in cassazione, anche dopo la declaratoria di illegittimità costituzionale limitata ai soli processi pendenti in primo grado con dichiarazione di apertura del dibattimento. Tale interpretazione, avallata dalla Corte Costituzionale, esclude l'illegittimità costituzionale della norma transitoria, la quale mantiene la sua efficacia per i gradi di giudizio successivi al primo. La sentenza della Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso proposto dall'imputato, afferma il principio per cui la disciplina transitoria sulla prescrizione dei reati, introdotta dalla legge n. 251 del 2005 e ritenuta costituzionalmente legittima dalla Corte Costituzionale, trova applicazione anche nei giudizi pendenti in appello e in cassazione, non limitandosi ai soli processi di primo grado con dichiarazione di apertura del dibattimento. Pertanto, la modifica della disciplina sulla prescrizione non determina l'estinzione dei reati per i procedimenti in fase di impugnazione, essendo la norma transitoria ancora vigente ed efficace.