Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6323 del 15 febbraio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:6323PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (stalking) si configura quando la condotta dell'agente, anche attraverso reiterate minacce o molestie, cagiona nella vittima un grave e perdurante stato di ansia o di paura, tale da alterare le sue abitudini di vita, indipendentemente dal raggiungimento di altri risultati pregiudizievoli. La prova di tale evento può desumersi dalle dichiarazioni della persona offesa, dai suoi comportamenti conseguenti alla condotta dell'agente e dalle caratteristiche oggettive di quest'ultima, considerando la sua idoneità astratta a provocare il turbamento psicologico e il suo concreto profilo in relazione alle circostanze di tempo e di luogo in cui è stata realizzata. Il miglioramento del rendimento scolastico o la presenza di momenti di serenità della vittima non esclude necessariamente la sussistenza del reato, potendo tali elementi coesistere con la condizione di profonda prostrazione descritta dalla stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

Dott. CANANZI Francesco - Consigliere

Dott. CUOCO Michele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/05/2021 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANGELO CAPUTO.
Rilevato che il difensore del ricorrente ha formulato richiesta di discussione orale ex articolo 23, comma 8, del Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176, prorogato, da ultimo, in forza dell'articolo 5-duodecies del Decreto…

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