Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18327 del 3 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18327PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, può essere desunto non solo dalla gravità del fatto commesso, ma anche dalla sussistenza di precedenti penali che confermino la pericolosità sociale e l'abitualità criminale dell'indagato. Inoltre, il giudice può escludere l'applicabilità di misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari, qualora vi siano specifici elementi, come un precedente per evasione, che rendano inidonee tali misure a soddisfare le esigenze cautelari. La motivazione del provvedimento cautelare deve indicare in modo concreto e specifico i presupposti di applicazione della misura, senza che sia sufficiente un mero riferimento alla gravità del fatto, essendo necessario il richiamo a elementi fattuali idonei a giustificare il pericolo di reiterazione del reato e l'inidoneità di misure meno afflittive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. PARDO Ignazi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n.18027/2015 G.I.P. DEL TRIBUNALE di PALERMO, del 12/12/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. IGNAZIO PARDO;
sentite le conclusioni del Procuratore Generale Dott. Aurelio Galasso che ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.1 Con ordinanza in data 12 dicembre 2015 il G.I.P. presso il Tribunale di Palermo applicava a (OMISSIS) la misura della custodia cautelare in carcere in quanto rag…

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