Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di sgombero di un'area demaniale marittima, afferma che la giurisdizione in materia spetta al giudice amministrativo quando la controversia è incentrata sulla legittimità e sui vizi del provvedimento impugnato, e non sull'accertamento della titolarità dell'area, di competenza del giudice ordinario. Inoltre, il Tribunale ritiene che, ai fini dell'applicazione dell'art. 35 del d.p.r. n. 380/2001 sulla potestà sanzionatoria del Comune in caso di interventi edilizi abusivi su suoli pubblici, non rileva la certezza della natura demaniale dell'area, essendo sufficiente che essa appartenga al demanio o al patrimonio dello Stato o di enti pubblici. Pertanto, le contestazioni sulla delimitazione del confine demaniale e sull'omesso coinvolgimento del privato nel relativo procedimento amministrativo sono irrilevanti. Il Tribunale esclude inoltre che il bando pubblico emesso dal Comune nel 1964, con cui invitava i cittadini ad occupare l'area in attesa di lottizzazione e cessione a titolo oneroso, possa costituire un valido titolo edilizio, in quanto privo dei requisiti minimi per essere considerato tale. Infine, il Tribunale ritiene legittima l'ordinanza di sgombero, nonostante l'omessa previa diffida, in quanto l'art. 35 del d.p.r. n. 380/2001 non prevede un termine minimo tra la diffida e l'ordine di demolizione.