Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La pubblica amministrazione, nell'ambito di procedure di concessione di contributi e agevolazioni, deve interpretare in modo flessibile e non formalistico i requisiti di ammissibilità previsti dal bando, valorizzando le dichiarazioni sostitutive rese dall'impresa richiedente ai sensi del D.P.R. n. 445/2000, senza imporre ingiustificatamente l'obbligo di produrre ulteriore documentazione probatoria, in ossequio ai principi di semplificazione amministrativa e di non aggravamento del procedimento. Ciò al fine di evitare di frustrare il legittimo affidamento dell'impresa sulla correttezza della modulistica predisposta dall'amministrazione e sulla possibilità di dimostrare il possesso dei requisiti attraverso dichiarazioni sostitutive. L'amministrazione, pertanto, è tenuta a riesaminare la domanda di contributo, considerando sufficienti le informazioni rese dall'impresa in sede di dichiarazione sostitutiva, senza richiedere ulteriori adempimenti documentali non previsti in modo chiaro ed univoco dal bando. Solo in tal modo si realizza un giusto contemperamento tra l'interesse pubblico alla corretta selezione dei beneficiari e l'esigenza di tutelare il legittimo affidamento dell'impresa, in attuazione dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa.