Cassazione penale Sez. II sentenza n. 32001 del 22 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:32001PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, nell'applicare misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti di indiziati di appartenenza ad associazioni mafiose, può legittimamente utilizzare elementi probatori e indiziari desunti anche da procedimenti penali conclusi con sentenza irrevocabile di assoluzione, purché tali elementi siano certi e idonei a giustificare il convincimento del giudice sulla pericolosità sociale del proposto. L'esito favorevole di un procedimento penale non comporta automaticamente l'esclusione della pericolosità sociale, essendo necessaria una più incisiva valutazione dell'effettiva consistenza e sintomaticità degli indizi di appartenenza al sodalizio mafioso. Inoltre, ai fini della confisca dei beni, il giudice di prevenzione può legittimamente ritenere la sproporzione tra il valore dei beni acquisiti dal proposto e i suoi redditi leciti, anche per acquisti effettuati in epoca antecedente all'accertamento della pericolosità, purché risulti ragionevolmente ipotizzabile la provenienza illecita di tali beni. In tal caso, grava sull'interessato l'onere di fornire prova contraria e liberatoria, attraverso la dimostrazione della legittimità degli acquisti, senza che ciò si traduca in una probatio diabolica, essendo sufficiente la mera prospettazione di fatti e situazioni che rendano ragionevolmente ipotizzabile la lecita provenienza delle disponibilità finanziarie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso IL DECRETO n. 86/2014 della CORTE di APPELLO di PALERMO del 30/05/2014;

Udita la relazione fatta dal consigliere Dott. ANTONIO PRESTIPINO;

lette le conclusioni del Procuratore Generale.

RITENUTO IN FATTO

1. Con il decreto in epigrafe, la Corte di Appello di Palermo, decidendo sull'impugnazione proposta da (OMISSIS) e (OMISSIS) e da (OMISSIS) av…

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