La diffida amministrativa, in quanto atto endoprocedimentale e non provvedimento finale, non è autonomamente impugnabile, essendo necessario attendere l'adozione del provvedimento conclusivo del procedimento, unico atto dotato di efficacia esterna e lesività. Pertanto, il ricorso avverso la mera diffida deve essere dichiarato inammissibile, in quanto l'impugnazione di un atto meramente preparatorio e privo di autonoma efficacia lesiva non è consentita dall'ordinamento. Il principio di diritto è che la tutela giurisdizionale può essere esercitata solo avverso gli atti amministrativi definitivi e non anche nei confronti di atti endoprocedimentali, i quali non esplicano effetti diretti nei confronti del destinatario, ma sono meramente propedeutici all'adozione del provvedimento finale. Pertanto, il ricorrente dovrà attendere l'emanazione dell'ordinanza ex art. 192 del d.lgs. 152/2006, quale atto conclusivo del procedimento, per poter eventualmente impugnare il provvedimento definitivo, unico suscettibile di autonoma impugnazione giurisdizionale.