Cassazione penale Sez. I sentenza n. 5127 del 2 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:5127PEN

Massima

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Il reato associativo di stampo mafioso, in ragione della sua natura permanente, non esclude aprioristicamente la configurabilità del vincolo della continuazione con altri reati-fine commessi dal partecipe nell'ambito del medesimo disegno criminoso, anche se realizzati in tempi diversi. La valutazione circa l'esistenza di un unico programma delinquenziale, che accomuna il reato associativo e gli altri illeciti, è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, il quale deve verificare, sulla base degli elementi fattuali emersi nel processo, se i singoli reati siano espressione di un'ideazione unitaria, seppur articolata e realizzata in modo dilazionato nel tempo, ovvero siano stati commessi per impulsi estemporanei e non previamente deliberati. Pertanto, il riconoscimento della continuazione non può essere escluso in ragione della diversa natura giuridica dei reati o del mero decorso temporale tra di essi, essendo necessario un esame approfondito delle concrete modalità di realizzazione della condotta criminosa e della sua genesi, al fine di accertare l'effettiva sussistenza di un unico disegno criminoso. Il giudice dell'esecuzione, nel valutare l'istanza di applicazione della continuazione, deve quindi considerare tutti gli elementi emersi nel procedimento di cognizione, senza limitarsi a valutazioni astratte o a dati parziali, e fornire adeguata motivazione in ordine alle ragioni che lo hanno condotto a ritenere o meno configurabile il vincolo della continuazione tra il reato associativo e gli altri illeciti commessi dal medesimo soggetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella - Presidente

Dott. VANNUCCI Marco - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. BONI Monica - rel. Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 05/09/2016 della CORTE APPELLO di CATANIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere MONICA BONI;
lette le conclusioni del PG ((omissis)) che ha chiesto annullarsi con rinvio dell'ordinanza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1.Con ordinanza resa in data 5 settembre 2016 la Corte di appello di Catania, pronunciando quale giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza proposta da (OMISSIS), volta ad ottenere l'applicazione in se…

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