Il provvedimento di restituzione di beni sottoposti a sequestro preventivo, pur se adottato ai sensi dell'art. 263 c.p.p., deve essere qualificato come revoca del sequestro preventivo, con la conseguenza che tale provvedimento non è impugnabile con ricorso per cassazione, ai sensi dell'art. 325 c.p.p., ma soltanto con appello, ai sensi dell'art. 322-bis c.p.p. Ciò in quanto il sequestro preventivo, essendo una misura cautelare reale, la sua revoca non può essere impugnata immediatamente con ricorso per cassazione, ma soltanto con l'impugnazione prevista per le misure cautelari reali, ovvero l'appello di cui all'art. 322-bis c.p.p. Tale principio si fonda sulla necessità di assicurare la coerenza e la razionalità del sistema delle impugnazioni, evitando che provvedimenti aventi la medesima natura e finalità siano assoggettati a diversi regimi di impugnazione. Inoltre, l'appello previsto per le misure cautelari reali consente un riesame più approfondito della questione, in linea con la maggiore incisività di tali provvedimenti sulla sfera patrimoniale del destinatario. Pertanto, il ricorso per cassazione avverso il provvedimento di restituzione di beni sottoposti a sequestro preventivo deve essere convertito in appello, ai sensi dell'art. 322-bis c.p.p.