Il mutamento di destinazione d'uso da non residenziale a residenziale e l'ampliamento con incremento volumetrico di un fabbricato, realizzati in assenza di idoneo titolo edilizio, costituiscono variazioni essenziali al progetto originariamente autorizzato, che comportano l'applicazione della sanzione demolitoria prevista dall'art. 32 del d.P.R. n. 380/2001. Anche la realizzazione di ulteriori opere, quali un fabbricato, muri di sostegno, recinzioni e un ingresso carrabile, in assenza di permesso di costruire, integra la fattispecie di "nuova costruzione" ai sensi dell'art. 3, comma 1, lett. e), del d.P.R. n. 380/2001, soggetta anch'essa alla sanzione demolitoria. L'inerzia della pubblica amministrazione sulla domanda di sanatoria ex art. 36 del d.P.R. n. 380/2001 determina il formarsi del provvedimento tacito di rigetto, senza che ciò pregiudichi l'efficacia dell'ordine di demolizione già emesso, il quale riacquista vigore una volta decorso inutilmente il termine di sessanta giorni previsto dalla legge per la definizione della richiesta di sanatoria. L'amministrazione, in presenza di abusi edilizi, ha il potere-dovere di irrogare la sanzione demolitoria, senza che possa essere sostituita con quella pecuniaria, salvo il caso in cui sia stata emessa l'ordinanza di esecuzione in danno delle opere abusive.