Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23069 del 23 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:23069PEN

Massima

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Il dolo del reato di imbrattamento di bene di interesse storico e artistico non è escluso dalla mera ignoranza della natura artistica del bene, in quanto tale elemento è parte integrante del precetto penale e la sua conoscenza è presunta in capo all'agente. L'ignoranza della legge penale, per essere scusabile, deve rispettare i parametri individuati dalla sentenza n. 364/1988 della Corte Costituzionale, non essendo sufficiente il semplice atteggiamento educato dell'imputato, la sua condizione di straniero o la presenza di altre scritte preesistenti sul muro. Pertanto, la sussistenza del dolo del reato di imbrattamento di bene di interesse storico e artistico non è esclusa dalla mera ignoranza della natura artistica del bene, in quanto tale elemento è parte integrante del precetto penale e la sua conoscenza è presunta in capo all'agente, salvo che l'ignoranza della legge penale non risulti scusabile secondo i parametri individuati dalla Corte Costituzionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. TUTINELLI V. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Firenze;
avverso la sentenza 10 giugno 2016 del Tribunale di Firenze;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dott. Vincenzo Tutinelli;
sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Fulvio Baldi, che ha chiesto l'annullamento con rinvio della senten…

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