Cassazione penale Sez. V sentenza n. 101 del 3 gennaio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:101PEN

Massima

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Il reato di diffamazione a mezzo strumenti telematici sussiste quando il commento pubblicato su un social network, pur senza indicare espressamente il nome della persona offesa, risulta comunque riferibile a quest'ultima sulla base degli ulteriori elementi identificativi forniti, e appare lesivo della sua onorabilità e reputazione professionale per l'animosità e il linguaggio utilizzato, anche se espresso in relazione ad un problema di interesse sociale, in quanto travalica i limiti di verità e continenza dell'espressione. In tali casi, la mera contestazione della riferibilità del post all'imputato o l'asserita assenza di offensività delle parole usate non è sufficiente a superare la corretta diversa valutazione della corte di merito, fondata su elementi fattuali adeguati, trattandosi di una elaborazione di tesi alternativa dei medesimi dati probatori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - rel. Consigliere

Dott. SCOTTI Umberto Luigi - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/10/2016 della CORTE APPELLO di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere SERGIO GORJAN;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore GIOVANNI DI LEO;
Il Proc. Gen. conclude per l'annullamento con rinvio.
Udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
La Corte d'Appello di Lecce con la sentenza impugnata, resa il 14.10.2016 - 9.1.2017, ha c…

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