Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22683 del 10 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:22683PEN

Massima

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Il falso in atto pubblico commesso dal pubblico ufficiale nell'attestare falsamente l'inizio di lavori finanziati, integra il reato di cui all'art. 479 c.p. anche in assenza della prova che tale falsa attestazione fosse condizione indispensabile per non perdere il finanziamento, essendo sufficiente il dolo generico, vale a dire la coscienza e volontà dell'alterazione del vero, senza alcun riguardo ai fini ulteriori che l'agente si sia proposto di raggiungere attraverso la falsa attestazione. Pertanto, il mero fatto di aver attestato falsamente l'inizio di lavori, in violazione di specifiche prescrizioni contenute nella nota di finanziamento, integra il reato di falso in atto pubblico, a prescindere dalla circostanza che il termine rilevante fosse quello di ultimazione dei lavori entro due anni e non quello di inizio entro 180 giorni, non potendosi ritenere che la semplice pulizia del terreno possa essere equiparata all'inizio effettivo dei lavori finanziati, in assenza di una chiara previsione in tal senso nella nota di finanziamento. La richiesta di rinnovazione dell'istruttoria per sentire un teste che avrebbe dovuto riferire in ordine alle assicurazioni ricevute dall'imputato circa l'inizio dei lavori, è stata correttamente rigettata dalla Corte di appello, in quanto tale testimonianza sarebbe stata irrilevante ai fini della prova della falsità dell'attestazione, essendo emerso che il colloquio era avvenuto in un momento successivo alla redazione della dichiarazione di inizio lavori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. MORELLI Frances - rel. Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/11/2015 della CORTE APPELLO di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/02/2017, la relazione svolta dal Consigliere FRANCESCA MORELLI;
Udito il Procuratore Generale in persona del PASQUALE FIMIANI che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte d'Appello…

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