Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 27754 del 27 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:27754PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la responsabilità penale dell'imputato, può legittimamente considerare la sua condotta processuale, come il silenzio mantenuto su circostanze potenzialmente idonee a scagionarlo, unitamente ad altri elementi probatori, al fine di formare il proprio libero convincimento sulla colpevolezza. Inoltre, il diniego della sospensione condizionale della pena può essere adeguatamente motivato sulla base della pregressa concessione del beneficio all'imputato e dell'impossibilità di formulare una prognosi favorevole circa l'astensione dello stesso dal commettere ulteriori reati. Il riconoscimento del vincolo della continuazione tra reati già giudicati con sentenza definitiva e quelli oggetto del nuovo processo, se non dedotto nei motivi di appello, non può essere fatto valere per la prima volta in sede di legittimità, al fine di evitare il rischio di annullamento del provvedimento impugnato per difetto di motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DOVERE Salvatore - Presidente

Dott. CAPPELLO Gabriella - Consigliere

Dott. RANALDI Alessandro - Consigliere

Dott. DAWAN Daniela - Consigliere

Dott. CIRESE Marina - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/02/2022 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MARINA CIRESE;
lette le conclusioni del P.G..
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 15.2.2022 la Corte d'appello di Milano ha confermato la sentenza con cui il Tribunale di Monza all'esito di giudizio abbreviato, stralciata la posizione di (OMISSIS) giudicato separatamente, aveva dic…

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