Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di rigetto dell'opposizione agli atti esecutivi, afferma che l'omessa impugnazione di una delle autonome e sufficienti ragioni poste a fondamento della decisione impugnata rende inammissibile, per difetto di interesse, la censura relativa alle altre ragioni, le quali, essendo divenute definitive, non potrebbero comunque determinare l'annullamento della sentenza. Pertanto, la mancata impugnazione della ratio decidendi secondo cui l'opposizione era stata proposta nei confronti del difensore della parte precettante anziché nei confronti di quest'ultima, rende inammissibile il ricorso, indipendentemente dalla fondatezza delle ulteriori doglianze. Inoltre, il giudice di legittimità esclude la sussistenza del vizio di omessa pronuncia, in quanto la sentenza impugnata ha comunque esaminato nel merito la questione relativa all'omessa indicazione nel precetto della data di apposizione della formula esecutiva sul decreto ingiuntivo, ritenendola irrilevante. Infine, la domanda di condanna ai sensi dell'art. 96 c.p.c. non può essere accolta per carenza di prova in ordine alla condotta persecutoria e ai danni specifici lamentati.